COMITATO PER LA TUTELA DEL TERRITORIO DI CASTELGUGLIELMO

Castelguglielmo: consegnata al Comune la petizione contro l’impianto fotovoltaico a ridosso del centro. 

A pochi giorni dalla serata informativa pubblica del 5 settembre, oltre duecento cittadini hanno sottoscritto la petizione promossa dal Comitato per la Tutela del Territorio di Castelguglielmo, chiedendo l’annullamento dell’accordo di programma approvato dal Consiglio comunale lo scorso 31 marzo. L’intesa aprirebbe la strada alla trasformazione di sette ettari di terreno agricolo, a ridosso del centro abitato, in un’area destinata a un impianto fotovoltaico a terra. Oggi, 15 settembre 2025, le firme sono state ufficialmente depositate presso il Comune.

Le motivazioni della petizione

La protesta non nasce da un’opposizione pregiudiziale al fotovoltaico, ma dalla scelta dell’area: un terreno agricolo di pregio e strategico per lo sviluppo urbano, che verrebbe sottratto in modo irreversibile alla comunità, con pesanti ricadute economiche, sociali e sul benessere dei residenti. I cittadini ricordano inoltre che la normativa nazionale vieta la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra su suolo agricolo e che nel territorio comunale sono già disponibili superfici idonee, oggi degradate e impermeabilizzate, che potrebbero essere utilizzate senza compromettere né il paesaggio rurale né la pianificazione urbanistica.

A rendere il quadro ancora più critico è l’effetto cumulativo: nel raggio di appena tre chilometri dal centro di Castelguglielmo sono già presenti 180 ettari di campi fotovoltaici, mentre ulteriori 100 ettari sono in fase di valutazione. Un’estensione che, se confermata, porterebbe a 280 gli ettari complessivamente occupati, una concentrazione a ridosso delle aree urbane e sottratta alle coltivazioni che non trova eguali a livello nazionale e che rischia di trasformare in profondità l’identità agricola del Polesine.

Cosa si chiede

Il Comitato sottolinea, contestando le parole del Sindaco, che la scelta della localizzazione può e deve essere fermata a livello comunale, senza rifugiarsi dietro la successiva ratifica regionale, la quale non potrà che recepire la volontà già espressa dal Consiglio comunale, non essendo previsto il coinvolgimento di alcuna conferenza di servizi. Desta inoltre forte preoccupazione la decisione dell’amministrazione di aderire lo scorso luglio a una Comunità Energetica Rinnovabile senza alcun confronto preventivo con la cittadinanza e senza convocare, a distanza di due mesi, l’incontro pubblico allora promesso: secondo i promotori questa scelta rischia di aprire la strada proprio alla realizzazione dell’impianto contestato, che la normativa vigente altrimenti non consentirebbe, snaturando il senso di uno strumento pensato per generare benefici collettivi.

Adesione

In aggiunta alle 200 firme dei residenti, figurano anche quelle raccolte nei comuni limitrofi, dove cresce la preoccupazione che il cosiddetto “modello Castelguglielmo” possa essere rapidamente replicato. Un modello che, secondo i cittadini, si traduce in un’accettazione indiscriminata di qualunque proposta formalmente legittima, anche se dannosa per la collettività e anche quando esistono alternative migliori già previste dalla legge. Un approccio che si sviluppa senza una specifica pianificazione a scala comunale o provinciale, senza valutazioni preventive degli impatti cumulati, senza processi partecipativi e senza il coinvolgimento dei portatori di interesse, mettendo in discussione il ruolo fondamentale delle amministrazioni locali di tutelare l’interesse generale, un dovere sancito dalla Costituzione.

Alla petizione hanno aderito ad oggi anche i presidenti provinciali di Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori e WWF, a conferma della rilevanza e della condivisione delle istanze sollevate.

Passi successivi

Con la consegna delle firme, più che doppie rispetto al minimo richiesto, i cittadini chiedono all’Amministrazione comunale di esercitare pienamente le proprie funzioni di tutela dell’interesse collettivo, evitando di creare, con il proprio agire o con la propria inerzia, le condizioni per la realizzazione dell’impianto.

Ci attendiamo quindi che nel prossimo Consiglio comunale la proposta venga messa ai voti e che i consiglieri decidano in piena libertà di coscienza, motivando tutti chiaramente le proprie scelte. Auspichiamo inoltre che l’amministrazione, consapevole di non aver incluso la gestione delle energie rinnovabili nel programma elettorale e quindi priva di un mandato popolare in materia, avvii da subito un percorso condiviso con la cittadinanza, garantendo la possibilità di esprimere consenso o dissenso prima che qualsiasi decisione venga assunta.

Prossimo incontro

Per rafforzare la mobilitazione, il Comitato annuncia per il 30 settembre, alle ore 21, un incontro pubblico aperto ai cittadini di Castelguglielmo e dei paesi limitrofi. La sede sarà comunicata su questo sito a breve